Una lettera dal passato by Artemide Waleys

Una lettera dal passato by Artemide Waleys

autore:Artemide Waleys
La lingua: ita
Format: epub
editore: Artemide Waleys


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Patrick sedeva sul divano del soggiorno e cercava di ingannare il tempo guardando un talk show che davano in televisione in compagnia di Alfred, Dolores e Veronica.

Avevano già preparato la stanza per l’arrivo di Brandon e anche cercato di mangiare qualcosa, senza tuttavia ottenere grandi risultati.

L’attesa li stava esasperando.

-Come hai fatto a capire che Brandon si trovava al porto?- chiese Veronica incuriosita, tanto per fare un po’ di conversazione.

-Non lo so, a volte ho di questo genere intuizioni.- rispose Patrick –Come il sogno ricorrente che faccio sulla mi antenata Victoria. Accidenti, ma non chiamano più per aggiornarci?!-

-Piccolo, non possono chiamarci, potrebbero essere rintracciati e quindi mettersi in pericolo.- spiegò Alfred paziente.

-E io come faccio a capire se Brandon è ancora vivo?-

In quel momento il suono fastidioso del citofono interruppe la discussione.

Patrick si alzò e corse verso la porta d’ingresso, il cuore che batteva furioso nel petto.

-Aspetta, non aprire.- disse Dolores raggiungendolo –Parola d’ordine.-

-Brontolo.- rispose una voce che il ragazzo non conosceva.

-Oh per il cielo, è più grave di quanto pensassi.- mormorò la donna schiacciando il pulsante per aprire il portone.

-Chi è?- chiese Patrick.

-È Russell, il padre di Tony.- rispose Dolores.

-E Brontolo?-

-È il nome in codice di Brandon, lo usiamo solo nei casi di emergenza.-

Patrick rimase in attesa, il cuore che batteva ancora più forte di prima e la vista offuscata dalla crescente tensione, fino a quando sentì di nuovo la stessa voce che pochi istanti prima aveva gracchiato nel citofono dire:

-Tu devi essere Patrick, immagino.-

Il ragazzo guardò l’uomo appena entrato nell’appartamento.

Era alto e interessante, sulla sessantina, il fisico asciutto e atletico intuibile facilmente sotto gli abiti scuri.

-Sono Russell, il padre di Tony, e lui è il mio amico Dave.- si presentò.

-Siete anche voi agenti della CIA?-

-Io ormai sono in pensione, mentre lui è un medico.-

Nel sentire quella parola Patrick sentì il terreno mancargli sotto i piedi.

Fu la presa salda di Veronica a impedirgli di cadere.

-Sono già arrivati?- domandò Russell.

-No.-

Il rumore delle porte dell’ascensore interno che si aprivano fece voltare i presenti in quel preciso momento.

-Presto, dateci una mano!- esclamò Peter entrando in casa per primo.

-Brandon!- gridò Patrick.

-Patrick rimani qui, Brandon adesso ha bisogno di cure urgenti.- disse Alfred trattenendolo per un braccio.

-Lasciami, devo andare da lui!-

-Respira lentamente e rifletti: cosa serve a Brandon in questo momento?-

-Un medico che lo curi.- rispose il giovane frustrato.

-E tu cosa puoi fare?-

-Niente.- rispose mentre lo vedeva sparire oltre il corridoio –Ma potrei almeno stargli vicino e dargli forza. Sai, è quello che normalmente ci si aspetta quando due persone stanno insieme.-

-Stargli vicino adesso è inutile. Credimi, Patrick, saresti solo d’impaccio: non puoi fare niente, punto e basta.-

Patrick si trattenne dal mandare l’amico a quel paese.

Stare vicino all’uomo che amava per lui non significava fare niente, ma siccome tutti erano di parere contrario, decise che era meglio starsene zitto.

Uscì pertanto sulla terrazza, prese il cellulare e chiamò Mai Lin.

Aveva bisogno di una vera amica con cui parlare.

L’attesa fu lunga ed estenuante e solo verso le sei del mattino finalmente Dave e Russell fecero di nuovo la loro apparizione in soggiorno.



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